domenica 19 aprile 2009

ANGEL-A (di Luc Besson, 2005)

Un film in cui il dialogo è talmente grande nella sua semplicità che si potrebbe fare a meno di tutto il resto, ma Luc Besson ha messo in scena anche il resto : due soli attori che riempiono lo spazio ed il tempo ; Parigi, città elogiata e meravigliosa, immensa nella sua spazialità, potente nella sua forza, sembra quasi che anch'essa tenti di stabilire un dialogo, soprattuto con Andrè (protagonista maschile, che proprio da uno dei ponti di Parigi cerca di buttarsi) ; Il bianco e nero, ultimo protagonista della pellicola che la riveste di surreale (non si capise bene infatti se ciò che si verifica sia frutto della mente di Andrè o realmente stia accadendo : il bianco e nero fà di tutto un sogno..). 
AngelA è davvero un angelo ? Compare nella vita di Andrè quando tutto sembra essere perduto, al punto di volersi buttare giù da un ponte (comunque poco convinto, poichè egli non è mai convinto di nulla se non di ciò che gli dicno gli altri). 
AngelA è lì di fianco a lui, anche lei sul ponte...AngelA lo salva, parlandogli, solo rivelando ad Andrè il vero se stesso, diverso da quello che gli mostra al mondo, ricco invece di una forza interiore che però, in una intera vita, non è mai stato capace di esprimere e soprattutto pieno di un amore che non ha mai saputo esternare. 
AngelA gli fà capire tutto questo e anche Andrè, a suo modo, salverà lei.  Un film davvero di spessore pur nella sua semplicità, nelle sue frasi sentite e risentite, quelle frasi che vengono così spesso ripetute, nella pellicola come nella nostra vita, perchè pur essendo così facili ed intuitive, solo pochi riescono a metterle in pratica oltre al solo comprenderle e condividerle.
Giudizio  (legenda).  
di 
Claudia Costanza, 10 marzo 2007.

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