giovedì 9 aprile 2009

RITORNO AL FUTURO (di Robert Zemeckis, 1985)

Una DeLorean schizza a 88 miglia orarie (140 km/h) e all’improvviso sparisce. Poi, una famiglia di contadini viene svegliata da un rumore assordante e trova un ragazzo con una tuta antiradiazioni, scambiandolo per un alieno precipitato sulla Terra. Abbiamo appena descritto una sequenze – clou del primo episodio de Ritorno al futuro, la trilogia diretta da Robert Zemeckis e prodotta dal maestro della fantasia Steven Spielberg; una serie cinematografica che da più di venti anni ha incantato gli spettatori di tutto il mondo. L’affascinante assunto su cui Zemeckis, insieme allo sceneggiatore Bob Gale, ha basato i tre film è quello delle leggi del viaggio nel tempo, modellate dal romanzo di fantascienza La macchina del tempo di H. G. Wells. Ne Ritorno al futuro Zemeckis affronta uno dei rompicapi più improbabili che l’immaginazione dell’uomo è riuscita a creare: il problema del paradosso temporale. In pratica: si può modificare il passato grazie ai viaggi nel tempo, ma nel momento in cui il passato è stato cambiato le conseguenze che si hanno si ripercuotono in tutto il tessuto temporale, rendendo diverse le condizioni da cui il viaggio è partito. Nel primo episodio de Ritorno al futuro l’incontro di Marty (Michael J. Fox) nel 1955 con i suoi genitori da adolescenti, George e Lorraine (Crispin Glover e Lea Thompson), fa prendere coscienza con ottimismo allo spettatore delle varie possibilità che la vita può offrire. Nel secondo, ambientato in un improbabile e divertente 2015, molto diverso da quello oscuro paventato ne Blade Runner di Ridley Scott, con il semplice acquisto da parte di Marty di un almanacco sportivo si imbocca, invece, una svolta decisamente negativa che porta alla creazione di un presente alternativo e peggiore, dove a Hill Valley, la città californiana cornice dei tre film, spadroneggia Biff Tannen (Thomas F. Wilson), l’eterno antagonista della famiglia di Marty. Per ripristinare il giusto corso degli eventi, Marty, insieme allo scienziato Doc (Christopher Lloyd), deve ogni volta correre avanti e indietro nel tempo, verificando con mano l’entità degli errori che ha commesso. In questo senso, il percorso umano di Marty si avvicina a quello dell’astronoma Ellie (Jodie Foster), protagonista del film di Zemeckis Contact, e il viaggio nel tempo si traduce in un viaggio iniziatico di maturazione in cui si deve lottare contro se stessi per assicurarsi a pieno merito un futuro migliore. Saremmo, dunque, indotti a ritenere che la trilogia de Ritorno a futuro si avvicini alla fantascienza filosofica di Stanley Kubrick. Eppure, se osserviamo con attenzione, non tarderemo a scoprire che il vero cuore pulsante de Ritorno al futuro è quello della commedia con un pizzico d’avventura: quasi un connubio, come ha dichiarato Zemeckis, dei film di Frank Capra, Billy Wilder e John Ford. Ritorno al futuro, del resto, è un omaggio, nostalgico e divertente al tempo stesso, del cinema hollywoodiano classico. E’soprattutto ne Ritorno al futuro III, attraverso il viaggio nel tempo di Marty e Doc nel vecchio West del 1885, che Zemeckis eleva un inno celebrativo alla magia del cinema. “Una cosa che i film fanno meglio di qualsiasi altro mezzo”- afferma Zemeckis “è proprio quello di trasportare lo spettatore in periodi storici lontani”. Forse non tutti saranno d’accordo con le idee di Zemeckis, però, il suo cinema, da Ritorno al futuro a Forrest Gump e Cast Away, rimane uno dei migliori esempi delle dinamiche del tempo al servizio dell’immaginario cinematografico.
di Maria Grazia Rossi, 6 dicembre 2006.

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