Finalmente hai trionfato, Martin, più di quanto avresti mai immaginato, e con un ritardo compensato solo in parte dal numero di premi: quattro, fra cui i due più ambiti, miglior film e miglior regia per quel capolavoro che è The departed. Ed è stata una vittoria personale anche per chi l’ha sostenuto per tutto questo tempo, per chi l’ha seguito e appoggiato in ognuna delle sue cinque sconfitte agli oscar.
“Ma siete sicuri di aver letto bene il nome?”, ha detto, quasi incredulo, Martin Scorsese. Avevano letto bene la sua schiacciante vittoria, il 25 febbraio 2007, durante la serata animata da Ellen DeGeneres. Una serata curiosamente apolitica, ma non per questo poco brillante (deliziosi i siparietti dei baby attori Jaden Smith e Abigail Breslin e di Anne Hathaway e Emily Blunt in omaggio a Il diavolo veste Prada) o priva di emozioni forti. Come forte è stata l’emozione per tutti noi italiani nel vedere finalmente premiato un genio, Ennio Morricone, che ha ringraziato in lacrime con un discorso tradotto in parte da Clint Eastwood, che gli ha consegnato il premio. E’ stata la serata dell’Italia, quella degli oscar 2007: anche Milena Canonero, come previsto, è stata premiata per gli splendidi costumi di Marie Antoinette. Peccato per i truccatori di Apocalypto, scalzati da Marti e Ribé (Pan’s labyrinth).
E se vogliamo parlare di peccati, ma sì, citiamo senza paura le grandi sconfitte anche di quest’anno, soprattutto fra gli attori. Era effettivamente difficile scegliere chi più meritasse le candidature di miglior attore o attrice protagonista o di supporto del 2007. Molti bravissimi, molti ruoli incandescenti, e molti mostri sacri (come Peter O’Toole per Venus, o Judi Dench perNotes on a scandal). Ma forse, in particolare le premiazioni per miglior attore e attrice, non sono andate esattamente ai migliori. Alla “regina” Helen Mirren, che pur avendo pienamente meritato candidatura e Golden Globe come attrice drammatica (ma siamo sinceri, chi ricorda la splendida Cate Blanchett di Elizabeth?) non reggeva al confronto con la diabolica Meryl Streep per la sua recitazione un po’ troppo piatta e imitativa. E Forest Withaker, già dato come vincitore dai media, ha recitato un ruolo in fondo troppo facile (ha ben detto Natalia Aspesi, facile come il ruolo di un ubriaco). A noi italiani sarebbe piaciuta una vittoria del bel Will Smith; e peccato per Leonardo di Caprio, che, fosse stato candidato per The departed, probabilmente avrebbe stravinto.
Dispiace anche per Eddie Murphy, ingiustamente penalizzato, dicono i maligni, per aver recitato in uno di quei film un po’ beceri che gli hanno fatto fare tanti soldi, Norbit, e per la splendida, prosperosa Penelope Cruz di Volver, un po’ snobbato dall’Academy. Ma in fondo era difficile decidere, in quella notte magica, e se chi ha vinto non è stato esattamente il migliore (almeno fra gli attori) certo consola il pensiero che non sia stato totalmente inetto, come è accaduto in passato. Ha sorpreso l’oscar di Jennifer Hudson (Dreamgirls) che, si spera, sia il trampolino di lancio per quella che al momento è soltanto una promessa. Bravo anche Alan Arkin, per Little miss Sunshine, premiato anche (meritatamente) per la sceneggiatura originale. Anche Babel è stato premiato, per la colonna sonora di Gustavo Santaolalla.
C’è poi ovviamente la moda degli Oscar, e questa volta ha trionfato la bellezza femminile: assolutamente straordinaria Nicole Kidman in Balenciaga, e deliziose Anne Hathaway e Cameron Diaz, entrambe in Valentino. Splendida, ma un po’ eccentrica, Penelope Cruz con le piume rosa di Versace. Bellissime Cate Blanchett in Armani e Gwyneth Paltrow in Zac Posen, e sicuramente d’impatto Patricia Field, con un abito rosso fiammante di David Darlymple. Elegantissimi anche gli uomini, Will Smith e DiCaprio in testa, per non parlare di Steven Spielberg, anche lui in Armani. Il grande sconfitto della serata? Ovviamente Clint Eastwood, che ha intascato soltanto l’oscar al miglior montaggio sonoro per Letters from Iwo Jima. Ma, ammettiamolo, una volta o l’altra doveva succedere.
di Chiara Palladino, 13 marzo 2007.
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