
L’accoppiata Elio Petri e Gian Maria Volonté è stata una delle più prolifiche e qualitativamente produttive del cinema italiano, al pari dei sodalizi Fellini-Mastroianni e Antonioni-Vitti, anche se complessivamente sottovalutata dalla critica nostrana e parzialmente rimossa dalle giovani generazioni di spettatori.
Connotata da un forte impegno civile, la collaborazione tra il regista e il grande attore piemontese ha dato uno dei suoi frutti migliori in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, che sarebbe diventato un modello espressivo del nostro cinema generando il filone dei cosiddetti thriller politici, i cui canoni compositivi sono già tutti qui, in questo saggio psicanalitico sulle aberrazioni del Potere, incarnate alla perfezione da un Volonté grandiosamente sulfureo, poliziotto assassino della sua amante (Florinda Bolkan), che prenderà coscienza di come il suo ruolo di capo della sezione omicidi lo metta al riparo da qualunque accusa.
Girato da Petri con stile convulso e grande senso dell’immagine, con un’indimenticabile colonna sonora di Ennio Morricone (una delle sue più belle di sempre), Indagine su un cittadino incarna l’essenza stessa del cinema italiano degli anni Settanta, attento alle implicazioni sociali e politiche delle storie narrate quanto ad un discorso sulla forma, entrambe caratteristiche che sembrano perse nell’asfittico panorama produttivo dei nostri giorni; e se, come Serpico di Sidney Lumet, il film oggi può sembrare in parte datato nel raccontare la corruzione di chi detiene l’autorità, i toni ora grotteschi ora lucidamente spietati dell’interpretazione di Gian Maria Volonté sono da manuale nel tratteggiare un piccolo borghese che nel Potere trova la valvola di sfogo delle proprie frustazioni e delle pulsioni represse: e quando afferma “La repressione è il nostro vaccino, repressione è civiltà”, un brivido corre ancora lungo la schiena, implacabile. Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes ed Oscar per il miglior film straniero nel 1970.
Giudizio: 


di Giulio Ragni. 16 dicembre 2007.
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