mercoledì 11 marzo 2009

PROVACI ANCORA SAM (di Woody Allen, 1972)

Play it again Sam è importante per due motivi: primo, perché è la prima commedia di Woody Allen con Diane Keaton. Secondo, perché pone le basi per tutta la cinematografia romantica moderna. È a Woody Allen che dobbiamo tutti i vari Sam che oggi, con la loro goffaggine e inadeguatezza, ci fanno ancora divertire. E ai quali, sotto sotto, somigliamo.
Sam si muove in un universo tutto suo, che è come un remake di Casablanca in un tempo in cui, forse, essere Bogart non è più possibile. Ma è proprio Bogie a fargli da guida in mezzo ai tranelli amorosi e a suggerirgli la prossima mossa. Compresa quella finale, che sancirà la vittoria non solo dell’amore, ma anche dell’amicizia sincera. Ed è quella sincerità un po’ goffa e quasi involontaria che rende Sam, nonostante le sue scarsissime doti di seduttore, all’altezza del suo mentore ed eroe preferito.
Se c’è una cosa che Woody Allen ha sempre saputo fare, nel suo periodo d’oro, è creare la magia nella commedia senza farla diventare nera. Le commedie di Allen, infatti, diversamente da moltissime che si vedono al cinema, non si dimenticano: un po’ come gli ormai perduti capolavori della Hollywood di un tempo, che ancora oggi si acclamano come dei classici e non a caso. C’è stato un momento, nel cinema, in cui non solo gli attori e i registi dei western e dei film drammatici riuscivano a diventare dei veri artisti: Marylin Monroe, Audrey Hepburn, Frank Sinatra, Gregory Peck, per citarne pochissimi. E non parliamo dell’Italia. Woody Allen ricrea quella magia di un tempo, e racconta le ansie e le problematiche, banalissime nella loro importanza, dell’uomo moderno, senza scivolare nello humour nero (che è roba da inglesi) o nel cattivo gusto (che, in tempi più recenti, è roba da italiani), e riuscendo tuttavia a guadagnarsi un posto nel cuore degli spettatori.
Provaci ancora, Sam ha avuto un grandissimo, intramontabile successo. E’ utile, oltre che innegabilmente spassoso, rivederlo ogni tanto, per tornare a indagare sugli incomprensibili misteri dell’amore e dell’amicizia. Magari dopo aver visto Casablanca.
Giudizio½ (legenda).
di Chiara Palladino. 29 Novembre 2008.

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