domenica 19 aprile 2009

APOCALYPTO (di Mel Gibson, 2006)

"LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA" - La storia in sé non ci è nuova:un popolo tranquillo (i Maya) un giorno viene invaso e decimato da un popolo nemico. I sopravvissuti alla lotta sono fatti prigionieri e portati,dopo un tragitto tortuoso ed umiliante,al cospetto del capo villaggio. Qui le donne sono vendute come schiave e agli uomini è mozzata la testa. La profezia annunciata da una bambina malata, incontrata lungo il viaggio, inizia però ad avverarsi. La prima manifestazione è data dall'eclissi di Luna che il sacerdote interpreta come un segno della sazietà di sangue del loro Dio. Così i rimanenti prigionieri hanno la possibilità di tornare liberi,sempre se riusciranno a fuggire nel campo di grano prima che lance,sassi e quant'altro è scagliato contro di loro li uccida. 
Il protagonista,Zampa di Giaguaro,riesce a salvarsi ma da questo momento ha inizio una caccia mozzafiato nella foresta. Egli si salverà grazie all'amore per la sua famiglia(la moglie incinta e il figlio che abilmente aveva nascosto durante l'assedio). Il finale,che vede l'arrivo degli “uomini civilizzati”,gli spagnoli,mette in dubbio ancora una volta il loro destino Come nei precedenti “Braveheart”e “La passione di Cristo”, Mel Gibson non lascia nulla al caso:paesaggi reali(girati in una foresta messicana),attori carismatici(indigeni e messicani senza esperienza cinematografica) e lingua dell'epoca(Yucateco). Personalmente amo la regia di Mel che ancora una volta è riuscito a far nascere in me la voglia di approfondire le mie conoscenze riguardo temi finora solo abbozzati sui libri di scuola. I film di questo straordinario regista rimarranno nella storia perché sono veri e proprio capolavori artistici,dove ciò che conta non sono le parole ma ciò che le immagini suscitano in chi le guarda.
Giudizio   (legenda).  
di Pamela Garbin, 6 gennaio 2007.

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Nella foresta messicana vivono le popolazioni Maya, alcune sono piccole comunità rurali, una di queste ha fondato una città e la sua popolazione è molto numerosa. La comunità civilizzata soffre di terribili carestie e malattie per cui decidono di fare sacrifici umani al loro Dio perchè li salvi da questi eventi funesti. gli uomini offerti in sacrificio sono appartenenti alle piccole comunità rurali tra cui anche quella in cui vive il protagonista, Zampa di Giaguaro, anch'egli fatto prigioniero. Il villaggio in cui egli vive viene dato alle fiamme, il padre viene ucciso, a stento riesce a nascondere la sua compagna col figlio in una grotta, promettendo loro che farà ritorno. Arrivato in città, sta per essere sacrificato al Dio ma, per una serie fortuita di coincidenze, furbizia e coraggio, riesce a scappare ma viene inseguito fino ai confini del suo villaggio, riesce ad annientare tutti gli inseguitori, salva la sua compagna e i due figli (nel frattempo ella ha partorito) e tutto sembra concludersi. Se non che, volgendo lo sguardo alla spiaggia, compaiono delle navi, quelle dei coloni, e Zampa di Giaguaro dice "Meglio andare nella foresta a cercare un nuovo inizio". 
Come TUTTI i film, non importa se Apocalypto sia storicamente attendibile e nemmeno se sia "la solita americanata", non importa se Gibson abbia creduto col cuore in quello che stava facendo o abbia solamente seguito la scia di "the passion". Importa invece se questo film sia passato solo dal cervello o anche dal cuore. Non è un film abbastanza bello da piacere a tutti ma non è certo un brutto film che la critica collettiva possa schiacciare. Prima di andare al cinema ho letto veramente di tutto sull'opera, sia da siti inglesi che italiani, sia da riviste come Ciak e sono giunta in sala cinematografica con addosso una curiosità mostruosa! 
Alla fine mi è piaciuto, e molto. Non lo considero un capolavoro ma le 2.05 ore mi sono passate davvero veloci, mi ha fatto letteralmente rimanere attaccata allo schermo! 
Mi è piaciuto ma ci ho trovato anche parecchia superficialità. E' vero che non conosco la vera storia dei maya, ma voglio augurarmi che non fossero davvero così come li descrive talvolta Gibson. Soprattutto i capi del popolo maya civilizzato vengono delineati dal regista come uomini terribilmente materiali, adorano il loro Dio in modo egoistico, rumoroso, quasi utilizzandolo per ingraziarsi i favori della folla sottostante che vuole unicamente la fine di carestie e malattie. Gibson li descrive anche ingiustificatamente crudeli. certo, io credo che le civiltà antiche abbiano conosciuto molta violenza, ma non penso affatto che ci fosse molto tempo per tutte le cattiverie gratuite e le vendette che appaiono nel film. A volte sembra quasi di scorgere una moderna civiltà travestita e truccata. 
Molto più veri e propriamente umani sono invece i componenti della popolazione di Zampa di Giaguaro, Persone semplici, la parola del cui Dio passa attraverso la bocca degli anziani che per farsi intendere raccontano storie in cui si pone in rilievo l'unione tra essere umano e natura, due entità inscindibili per un popolo che abita le foreste. Quando Zampa di Giaguaro fugge, egli stesso diventa un animale e come nel racconto del Saggio del villaggio, l'aquila gli presta i suoi occhi e altri animali altre doti per poter sopravvivere al feroce inseguimento. Lui ed il suo popolo la sera danzano intorno al fuoco, di giorno cacciano, qualcosa di più tangibile, più attinenete, secondo me, ad una civiltà esistita tanto tempo fa. 
Bellissima e azzeccata l'idea di utilizzare il linguaggio originale, come anche attori autoctoni, geniale perchè, per quanti effetti speciali ci siano, per quanto le musiche siano apocalittiche (non trovo termine migliore) e la regia decisamente moderna, con un pò di immaginazione ci si sente davvero trasportati in un altra epoca. Certo, un pò più di rusticità nei toni non avrebbe guastato di sicuro. 
Apprezzata tantissimo la recitazione, in particolar modo di Zampa di Giaguaro, un guerriero di pochissime parole ma i cui occhi esprimono esattamente quello che sente dentro il suo cuore, la rabbia, la tristezza, la forza interiore che non gli fà mai perdere la speranza, che lo fà sempre stare attento a quello che gli succede intorno, cercando una via per potersi liberare dall'orrore che gli è piombato addosso. Ed è questa ultima caratteristica, tramandatagli dal padre, questa lucidità nel percepire gli eventi anche nella situazione più spaventosa, alla fine, a salvarlo. E salvando se stesso riesce anche a salvare la sua donna ed i suoi due bambini, dopo avere annientato tutti gli inseguitori, meticolosamente, uno per uno. 
Cosa dire infine della scena che và a concludere il tutto? Sembra quasi che con la frase finale ("è meglio che andiamo nella foresta a cercare un nuovo inizio") Zampa di Giaguaro sappia benissimo cosa siano quegli oggetti che vengono dal mare, chi siano le persone che quegli oggetti trasportano e questo, naturalmente non è possibile. Forse il guerriero era stanco, forse la sua indole gli ha detto di fuggire da ciò che non conosceva? Il film forse avrebbe dovuto fermarsi con la riconciliazione e lasciare allo spettatore la vista delle navi dei coloni ed il pensiero di cosa ciò avrebbe portato nella vita di tutti i Maya, civilizzati o meno, che popolavano quelle terre. 
Giudizio  (legenda).  
di Claudia Costanza, 25 gennaio 2007.

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