sabato 18 aprile 2009

I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN (di Ang Lee, 2005)

"MELODRAMMA" - Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: I segreti di Brokeback Mountain non è un film western e non è un film sui gay. Non è un western perché non basta inanellare una serie di paesaggi da cartolina o filmare un pascolo per potersi un film definire tale. In secondo luogo la pellicola travalica la tematica gay, evitando accuratamente le trappole del film a tesi, senza dare giudizi pro o contro la causa omosessuale.
Il film è invero un melò convenzionale ma ben girato, che ha il suo punto di forza nelle interpretazioni degli attori. Se Jake Gyllenhall è oltremodo credibile nel mostrare il passaggio da un’attrazione sessuale ad un innamoramento vero e proprio, Heath Ledger, con un personaggio sempre più ombroso, scostante, dal tono di voce sempre più basso, divorato dal demone della solitudine e dalle cicatrici del passato, ci regala una interpretazione da Oscar. Ang Lee da par suo sciorina una serie di quadretti familiari efficaci e a tratti grotteschi, puntando sul lirismo della fotografia e qualche passaggio narrativo – come l’inevitabile tragedia finale – convincente nella sua sobrietà. Il pregio più evidente del film è la capacità di raccontare una storia d’amore fra uomini come se fosse una coppia “normale”, senza pregiudizi e stereotipi, con gli stilemi classici del cinema americano (ma Oliver Stone aveva già aperto la via nell’assai sottovalutato Alexander). Paradossalmente però, questo si rivela anche il suo limite. Un dubbio infatti assale alla fine della proiezione: se i protagonisti fossero stati un uomo e una donna, ci sarebbe stata tutta questa considerazione? 
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di Giulio Ragni, 30 gennaio 2006.

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