domenica 19 aprile 2009

OLIVER TWIST (di Roman Polanski, 2005)

"LONDINESE" - Arriva sul grande schermo una nuova trasposizione del classico dickensiano "Oliver Twist", questa volta diretta da un maestro del cinema come Roman Polanski. La storia, più o meno già nota, tratta di un ragazzino di 10 anni, orfano di entrambi i genitori: Oliver Twist. Dopo una permanenza in orfanotrofio, Oliver viene adottato, ma la sua permanenza con la famiglia non è certo delle più felici, a causa dell'egoismo della matrigna e dell'insensibiltà del fratellastro. Fuggito, il ragazzo giunge a Londra dove conosce un gruppetto di coetanei, grazie ai quali e soprattutto grazie all'aiuto del "capo" della banda, l'anziano Fagin, riesce ad avere di che nutrirsi e ad imparare l'"arte" del furto. Proprio durante una marachella dei suoi amici, viene ingiustamente arrestato, ma per una volta la fortuna è dalla sua parte e Oliver viene preso in cura da una ricca e raffinata famiglia locale. Ancora una volta Polanski riesce a realizzare un film coinvolgente ed emozionante, che prende lo spettatore e lo porta dritto nella Londra ottocentesca e nelle sue caratteristiche ambientazioni senza mai essere buonista o retorico. I personaggi, costruiti in maniera ineccepibile, nascondono infinite sfaccettature, su tutti spicca la splendida figura di Fagin, un anziano dall'aspetto repellente, che suscita emozioni contrastanti nello spettatore; il suo personaggio è tra l'altro interpretato da un eccezionale Ben Kingsley che offre una prova splendida. Uno dei punti forti della pellicola è l'ambiguità delle emozioni che suscita, per cui si è portati a provare sentimenti differenti per uno stesso personaggio in situazioni diverse; tutto ciò è garantito proprio dalla tridimensionalità dei personaggi. Ottimo il cast (su cui spicca come già scritto Kingsley) così come le scenografie londinesi e la eccellente fotografia. Da lodare il compositore Portman che è riuscito a creare una colonna sonora perfetta e particolarmente coinvolgente. In definitiva il film di Polanski mostra una bellezza classica e rigorosa ma forse poco contemporanea, il che ne diminuisce la potenza espressiva. La storia è affascinante ma purtroppo non offre niente di particolarmente innovativo alla cinematografia. Insomma un film bellissimo che però non può essere equiparato ai capolavori del regista polacco come "Il pianista" o "Chinatown".   
di Salvatore Scarpato, 22 ottobre 2005.

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Replica a "londinese" - Sono d'accordo con te quando dici che il regista ci ha dato un ottimo affresco dell'Inghilterra dell'800 ma credo anche che abbia tralasciato di accentuare certi particolari sul modo di vivere degli inglesi che rendono il film mancante di una certa coerenza col libro e abbia dato poco spazio a certe scene soffocando così l'emotività e la passione che irrompono dalle pagine di Dickens. Penso anche che la bellezza del film non sia poco contemporanea poiché film tratti da libri sul mondo inglese ottocentesco ne sono stati girati molti (Wilde) e questo forse ne rispecchia il lato con più contraddizioni e ipocrisia della società inglese del tempo che tocca anche il mondo infantile (un esempio è la scena in cui i gendarmi posano delicatamente a terra il piccolo Oliver svenuto fuori del tribunale lasciandolo così, fortunatamente soccorso dal suo benefattore).
di Boris Fietta, 30 ottobre 2005.

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