mercoledì 20 maggio 2009

ERAGON (di Stefen Fangmeier, 2006)

Un po’ Dragonheart, un po’ Il signore degli Anelli, un po’ Harry Potter il nuovo fantasy natalizio adattato da un romanzo già collaudato a sufficienza negli ultimi due anni. Peccato che qui non ci siano la gigioneria di Dennis Quaid, né i costumi di Ngila Dickson, né la sceneggiatura di Peter Jackson, ma solo un giovane attore che di promettente ha solo la faccia (un po’ più espressiva, diciamolo, di Daniel Radcliffe – Harry Potter), un costumista che veste gli abitanti delle città degli elfi come pittoreschi contadini tibetani e uno sceneggiatore che passa da battute come “Tu sei fatta per la guerra” alle poetiche rime “In cielo per la gloria, morte o la vittoria!”. Nemmeno gli effetti digitali salvano un film che del libro ha a malapena il titolo (per quanto nemmeno il libro sia un capolavoro), perché, come già ci ha insegnato il flop di Tristano e Isotta, non bastano sangue e battaglie per fare cinema. Il regista sembra non aver imparato niente dal suo lavoro alla Industrial Light & Magic di Lucas, né (purtroppo) dai precedenti più o meno validi, e probabilmente non ha messo a fuoco i punti focali della narrazione, che procede secondo un ritmo che più lineare non si può e che lascia a tratti più divertiti che emozionati: la storia ormai rifritta (e l’autore del libro, Cristopher Paolini, lo sa bene) del piccolo eroe pronto a guidare le forze del Bene contro il Male, stavolta rappresentato – sorpresa – da un re crudele (un povero John Malkovich), si snoda anche con troppa tranquillità, alternando scene di battaglia goffamente girate a dialoghi poveri e prevedibili. Eragon (l’esordiente dal bel faccino Ed Speelers) si ritrova per caso sul groppone il drago femmina Saphira (orrendamente doppiato da Ilaria d’Amico), e deve assolvere l’ingrato compito di guidare un esercito di ribelli male in arnese (i tibetani, ricordate?) dopo aver affrontato i proverbiali dieci minuti di addestramento con l’ex cavaliere dei draghi Brom (un malinconico Jeremy Irons che, se proprio voleva fare un fantasy, se ne meritava uno un po’ più valido). Non manca neppure la donzella da salvare: la principessa degli elfi (ma il film non lo dice) Arya, interpretata da Sienna Guillory (vestita da un costumista che la fa sembrare più Pocahontas che un elfo), presa prigioniera dal perfido spettro Durza (Robert Carlyle), che la tiene segregata fra le mura quadrate di una fortezza non meglio identificata. Segue la battaglia finale, che per com’è girata sembra una rissa da taverna con contorno di duello fra draghi e guarigione miracolosa della buona (e poco credibile) Saphira. 
La Century Fox ha comprato i diritti per l’intera trilogia di Paolini. Che sia una minaccia? 
Giudizio  (legenda).  
di Chiara Palladino, 1 gennaio 2007.

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Fantasy, fantasy e ancora fantasy ... forse è il momento di darsi decisamente una calmata. Dopo i trionfi planetari della trilogia "Il signore degli anelli", di "Harry Potter" e del recente "Le cronache di Narnia" valeva proprio la pena portare sullo schermo il primo libro del giovanissimo (classe 1983) scrittore americano Christopher Paolini ?...Forse no. La storia racconta di Eragon, un giovane e intraprendente ragazzo che trova un uovo di drago appartenente al perfido Re di Algaesia, Galbatorix, e scopre di essere l'ultimo cavaliere di draghi esistente. Assieme col maestro Brom, cominceranno la lunga lotta per la maledizione del regno. Il solito immaginario fatto di di cavalieri, magie e draghi mistici, che si prepara alla definitiva conquista del mondo. Un'avventura fantastica diretta dall'esordiente Stefen Fangmeier (curatore di effetti speciali) che è, ovviamente, anche un romanzo di formazione, per un adattamento attesissimo dai milioni di fan mondiali, ma che probabilmente li lascerà delusi per la mancanza di vera avventura e magia, non riuscendo ad appassionare come vorrebbe e potrebbe. Tutte cose già sentite, di solito in meglio. Altalenanti le prove degli attori: inespressivo il protagonista Speelers, stoico Jeremy Irons nel recitare dialoghi non proprio scespiriani, un po' sprecati John Malkovich e Sienna Guillory (che ha fascino degno di ben altro). Per il resto solita incursione fantasy (poco emozionante) sul grande schermo; il film in se per sè non è brutto, anzi è un bel vedere agli occhi (anche per le sinuose scenografie) ma il problema è semmai il coinvolgimento emotivo dello spettatore che rimane quanto meno deluso da una trasposizione così asfittica e piatta.
Giudizio  (legenda).  
di Battista Passiatore, 10 gennaio 2007.

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E' sempre un dispiacere notare come la gente tenda a porre le cose sullo stesso piano non in base a un preciso metro di giudizio ma a seconda del genere di appartenenza: siccome Eragon è un fantasy allora bisogna dire che è come Il Signore degli Anelli e le Cronache di Narnia. Bugia. Nel caso di Eragon ci troviamo di fronte a un mediocre filmetto dalla pochezza imbarazzante, con personaggi che già definire "bidimensionali" sarebbe un eufemismo, e uno sviluppo narrativo quasi inesistente. Non c'è nulla della raffinata erudizione filologica di Tolkien o dell'allegorismo cristologico di Lewis, e secoli sembrano passati dall'evoluzione di una filmografia fantasy finalmente "matura": il lavoro tratto dal giovane Christopher Paolini è stato preparato in fretta e furia per dare un nuovo film agli affamati di fantasy facile. La storia è classica: il solito ragazzo di padre ignoto, sfortunato ma bravo, trova un oggetto magico strapotente, in questo caso un uovo dal quale uscirà un drago. Avrà la casa assalita da misteriosi mostri mutanti, ma lui troverà aiuto in una persona saggia (Jeremy Irons, che ormai è egli stesso garanzia di fiasco, del resto come non ricordare il suo contributo del terrificante Dungeons & Dragons?), che non è quel che sembra ma un cavaliere dei draghi decaduto. Il giovane quindi comincerà un viaggio che lo condurrà a scoprire il suo destino e a salvare una principessa elfica (elfica fino a un certo punto, visto che nel finale del film la conciano da squaw pellerossa con tanto di piuma in testa e accompagnata da tre barbuti Re Magi) tenuta prigioniera da un pericoloso negromante. Jeremy Irons ricicla il suo personaggio dagli occhi languidi ma volitivi, ben accompagnato dal mefistofelico John Malkovich che appare per circa un minuto in tutto il film, insomma il tempo necessario per pagarsi le bollette fino al prossimo kolossal miliardario. Spiace vedere due grandi attori ridotti da anni al minimo sindacale per facili guadagni, ma spiace ancora di più constatare la sorprendente superficialità del tutto, l'approssimazione della produzione, i buchi narrativi e le incongruenze, le frasi a effetto (che vorrebbero essere memorabili), una battaglia finale piena di scadenti effetti speciali, attaccata là con lo sputo. La regia è inesistente, si limita a muovere gli attori e a riprendere bei panorami, che alla fine sono la cosa che si lascia guardare con più soddisfazione. Non si riesce a tifare realmente né per i buoni né per i cattivi, tanto insulsi appaiono i vari personaggi, e si prova davvero fastidio quando si vede che tra gli eroi "buoni" del rifugio segreto ci siano anche un nero e sua figlia, a cui viene offerta anche una battuta giusto per essere politicamente corretti. Non esito a preferire di gran lunga film infantili ma godibili come Dragonheart o ridicolaggini conclamate come il Re Scorpione che almeno sono volutamente parodiche. Il drago? Realizzato bene, ma in Italia drammaticamente doppiato da Ilaria D'Amico (presentatrice della domenica calcistica su Sky). Insomma, se questo è il primo capitolo di una trilogia, si può sperare possano solo migliorare. 
Giudizio  (legenda).  
di Paolo Nardi, 15 gennaio 2007.

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"NON CI RESTA CHE PIANGERE" - Dalla penna dello scrittore americano Cristopher Paolini nasce il primo capitolo della trilogia dell’Eredità dedicata alle avventure del diciassettenne Eragon e della sua draghessa Saphira.
In un mondo fantastico in cui l’ordine dei cavalieri dei draghi ormai non esiste più,l’ultima speranza è affidata al giovane cacciatore(interpretato dall’emergente Ed Speelers,dal viso acqua e sapone ma abbastanza credibile nel ruolo) che,aiutato dal saggio Brom(un triste Jeremy Irons a cui è riservato un breve ma importante ruolo),cercherà di proteggere se stesso e Saphira,cui è legato moralmente e fisicamente,dalla perfidia di Durza.
La storia si sviluppa senza troppe complicazioni,è molto semplice forse perché adatta anche e soprattutto ad un pubblico giovane.tanto che si ha la sensazione che molti dialoghi siano trattati frettolosamente e banalmente solo con l’intento di giungere alle scene più emozionanti e ricche d’azione. Lo schermo però è praticamente tutto riservato al protagonista e al suo drago perché i personaggi di contorno alla trama sono mostrati raramente,persino il malvagio Durza, i cui sotterfugi non sono ben chiari, o l’elfo Arya, a cui è palesemente riservata la parte di bella di turno. 
Mi auguro che i prossimi capitoli possano portare delucidazioni riguardo alla funzionalità di molti personaggi di passaggio,come ad esempio quello interpretato da John Malkovich,un sorta di secondo cattivone. Molte le similarità,copiate malissimo,da pellicole come Harry Potter,Dragonheart o il Signore degli Anelli,anche se temo che Cristopher Paolini non raggiungerà mai la popolarità di Tolkien. Come se non bastasse,una nota negativa va anche al doppiaggio italiano della draghessa Saphira:non si trovava di meglio visto che i doppiatori italiani sono tra i più bravi al mondo?  
Giudizio  (legenda).  
di Pamela Garbin, 1 dicembre 2007.

2 commenti:

  1. Bah. A me il film è piaciuto. A me il genere fantasy piace molto e dunque mi sono molto divertita. Le critiche sono sempre distruttive e non aiutano il cinema.

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  2. Bah. A me il film è piaciuto. A me il genere fantasy piace molto e dunque mi sono molto divertita. Le critiche sono sempre distruttive e non aiutano il cinema.

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