mercoledì 20 maggio 2009

DOPO IL MATRIMONIO (di Susanne Bier, 2006)

INTIMO - Niente a che fare con vecchi stereotipi nordici. Questo film, della eccellente regista danese Susanne Bier, ha ben poco di freddo e si caratterizza per una buona dose di tensione presente nei rapporti tra i protagonisti. Dopo il matrimonio si apre e si chiude in India, là dove un uomo danese si è rifugiato dall'odiato ricco mondo per scegliere di aiutare con tutto sé stesso i poverissimi bambini di Bombay. Ma Jacob dovrà tornare a Copenaghen allettato da una ricca offerta di beneficenza fatta da un miliardario danese (Jørgen).
Dietro a questa strabiliante offerta di beneficenza verso i bambini indiani, si nascondono in realtà segreti inconfessati, una figlia che non conosce il proprio padre, un uomo che non vuol far sapere della sua malattia e una donna che a sua insaputa si troverà in mezzo ai due uomini che ha amato: suo marito e il padre di sua figlia. 
Susanne Bier punta molto sui dettagli; gli occhi si ritrovano lungo tutte le due ore di pellicola. Occhi di uomini, occhi di donne e persino occhi di cervi imbalsamati. Un’ossessione che scorre via leggera, non risulta affatto ridondante ed è ottimamente inserita nell’evolversi dell’intreccio. 
Non mancano neppure colpi di scena in questo film, del quale non si possono non apprezzare i colori (sia in India che in Danimarca, negli esterni come negli interni) e gli interpreti, soprattutto i due veri protagonisti della pellicola di Susanne Bier: Mads Mikkelsen (il tormentato e diviso Jacob) e Rolf Lassgård (il ricco, quasi alcolizzato, ma…in fondo generoso Jørgen). L’inizio è lieve e appassionato, proseguendo si fa più complesso, difficoltoso e intimo. 
Tutto nasce dopo il matrimonio…
Giudizio   (legenda).  
di Matteo Bursi, 16 gennaio 2007.

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