mercoledì 28 gennaio 2009

Me e Sergio Leone.

Mi ricordo ancora quando mio padre tornò un giorno a casa con un film intitolato “Il buono il brutto il cattivo”. Un titolo strano ma curioso agli occhi di una bambina di dieci anni, abituata a vedere i colorati e buffi cartoni di Walt Disney. Nonostante questo, vidi quel film e ne rimasi affascinata: sparatorie, cimiteri, impiccagioni, paesaggi desertici… non avevo mai visto niente di simile. Per me era un film inconsueto, a volte incomprensibile; una delle poche cose che capii è che era diverso, speciale e proprio per questo motivo da allora divenne l’ unico.
Poco tempo dopo venni a conoscenza dell’ autore di quel film: Sergio Leone. Non scordai mai più quel nome e da allora mi innamorai del cinema… e dei cappelli da cowboy!
Ora, che ho conosciuto meglio Leone, ho capito il senso di quel film e di tutti gli altri, ma soprattutto ho capito la forza, la genialità, la creatività di quel regista che tanto mi ha affascinato da piccola e che, continua a farlo tuttora. Ci sono molti aggettivi per dfinire il suo estro e il suo talento, ma io lo amo ricordare come il maestro. Il maestro di intere generazioni. Il maestro di Eastwood e di Tarantino. Il maestro di tutti coloro che si perdono nella sua fantasia. Semplicemente un genio.
di Federica Serfilippi, 31 gennaio 2007.

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