
Alla faccia di chi pensava che quel giovine dal viso angelico ed i capelli a caschetto color oro che giocava a fare l’eroe mentre affondava col Titanic avrebbe avuto vita breve, cinematograficamente parlando... Oggi Leonardo DiCaprio, non più il Leo osannato dalle ragazzine di fine anni’90, a quasi 34 anni è uno dei divi hollywoodiani più ambiti ed eclettici. Nato a Los Angeles l’11 novembre 1974 da madre tedesca e padre di chiara origine italica, pare che abbia preso il nome dal celeberrimo artista cinquecentesco Leonardo Da Vinci, causa passione artistica dei genitori. Le conoscenze del padre nell’ambito dello spettacolo facilitano l’ascesa al successo del giovanissimo Leo, che prende parte all’ultima stagione del telefilm Genitori in blue jeans a inizio anni ’90. 1991 è anche l’anno risalente al debutto su grande schermo, quando viene scritturato per il piccolo horror Critters 3. La sua fama comincia a crescere tanto che riuscirà a trovare un agente personale che proporrà senza successo a DiCaprio di assumere il nome d’arte di Lenny Williams. Nel 1993 vince i provini per la parte dell’irrequieto Toby in Voglia di ricominciare al fianco di un mostro sacro come Robert DeNiro, dimostrando spirito ribelle e trovandosi a proprio agio pur a contatto con attori ben più esperti ed illustri.
Lo stesso anno DiCaprio recita nella pellicola che lo renderà celebre nei circuiti indipendenti: Buon compleanno Mr.Grape è un dramma di Lasse Hallstrom in cui Leonardo interpreta il fratellino autistico di Johnny Depp; la sua prova convincente e commovente gli vale una nomination all’Oscar come miglior attore non-protagonista a soli 19 anni. Ormai astro nascente del cinema d’oltre oceano, DiCaprio partecipe all’esperimento western di Sharon Stone Pronti a morire del 1995, ma si rivela un flop artistico ed economico. Seguono sempre nel’95 le parti da protagonista ribelle in Ritorno dal nulla e in Poeti dall’Inferno, nel ruolo dell’artista francese Artur Rimbaud, ereditando il ruolo da River Phoenix, scomparso poco tempo prima delle riprese.
Il biennio ’96-’98 segnerà la grande svolta per DiCaprio; innanzitutto è Romeo Montecchi nella versione modernista del capolavoro shakespeariano Romeo+Julietdiretto da Baz Luhrmann, con la quale si aggiudica il premio di miglior attore al Festival di Berlino. Il 1996 è l’anno in cui DeNiro da produttore lo chiama per La stanza di Marvin, dramma sottile con Maryl Streep e Diane Keaton.
Ad inizio ’97 è di scena la pellicola che assegnerà a Leonardo un posto sicuro nell’olimpo delle stelle di Hollywood, il kolossal Titanic, per il quale vengono stanziati 200 milioni di dollari. Il regista James Cameron sceglie DiCaprio per il ruolo del protagonista maschile Jack Dawson, oltre che per le sue pronte abilità drammatico-sentimentali, anche per quel viso dolce e giovanile che farà impazzire milioni di ragazze adolescenti in tutto il mondo. Il film di Cameron riceverà il record di ben 11 statuette dall’Academy, mentre con assoluto stupore DiCaprio non sarà neanche tra i 5 nominati alla vittoria per il miglior attore protagonista.
Si punta all’Oscar ma si riceve tutt’altro; è la storia della sua interpretazione di Luigi XIV ne La Maschera di ferro, pessima ricostruzione storica del romanzo di Dumas; seppur circondato da star di prim’ordine come Depardieu, Irons e Malkovich, DiCaprio verrà ironicamente insignito dal Razzie Awards per la peggior interpretazione dell’anno. Stroncato dalla critica, a Leonardo non mancano comunque gli apprezzamenti cinofili, e per questo Woody Allen gli assegna un ruolo nel film ad episodi Celebrity.
Nel ’99 l’attore si prende una pausa e si dedica all’ingombrante tema dell’ambiente, gira documentari a sue spese e per la prima volta compare sulla copertina della rivista Time. Tornerà sulle scene nel 2000 con The Beach di Danny Boyle, pellicola alla quale Leonardo parteciperà anche come sceneggiatore e per una piccola scena come regista, ma stilisticamente non risulterà un gran successo.
Il 2002 segnerà il salto di qualità autoriale di DiCaprio che grazie al successo nel ruolo di Amsterdam in Gangs of NewYork instaurerà con il regista Martin Scorsese un binomio vincente ed un ritorno di fiamma imponente nel panorama cinematografico. Difatti Steven Spielberg lo scrittura immediatamente per l’eccentrico Prova a prendermi, in cui DiCaprio passa al ruolo di anti-eroe per eccellenza; già è lontano il ricordo del bel giovanotto spavaldo sul Titanic.
Nel 2004 il suddetto binomio con Scorsese si rinnova; il regista italo-americano pretende la sua presenza per ridare vita al glorioso magnate americano Howard Huges in The Aviator. La pellicola riceverà 5 Oscar, solo nomination per Scorsese e DiCaprio (vincerà però il Golden Globe), consci comunque di aver sfiorato il capolavoro. Due anni dopo, nel 2006, nel suo tipico stile “asso pigliatutto” Leonardo è protagonista in una coppia di film di alta qualità: The Departed sempre di Scorsese e Blood Diamond di Edward Zick, al quale ne consegue l’ennesima nomination prestigiosa ma infruttuosa alla notte degli Oscar.
E veniamo ad oggi, quando Leo DiCaprio è come già detto un interprete affermato, richiesto ed a tratti indipendente; ha già terminato il suo primo grande documentario L’undicesima ora, sempre legato alla salvaguardia del pianeta, ha allacciato rapporti di stima e collaborazione col politico Premio Nobel Al Gore e non ha mai nascosto la sua preferenza al partito Democratico statunitense. A questo punto non ci resta che attendere le sue prossime apparizioni filmiche nei già annunciati Revolutionary Road di Sam Mendes e Shutter Island dell’amico Scorsese. Sperando che finalmente sia anche tempo di Oscar.
di Keivan Karimi, Novembre 2008.

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