mercoledì 11 marzo 2009

IL PADRINO (di Francis Ford Coppola, 1972)

Dal Best-seller di Mario Puzo, la storia del capomafia più influente di New York subito dopo la seconda guerra mondiale, Don Vito Corleone, della sua Sacra famiglia e del figlio Michael, che finisce per ereditarne il ruolo dopo molte esitazioni. Questa immensa opera di indiscutibile bellezza artistica rifonda l'intero cinema americano; con l'ampiezza del racconto (quasi inedito nel "gangster-movie"), il gigantismo, con il grande mito, Marlon Brando, il padrino con le guance gonfie e la voce impastata che mette al primo posto "la Famiglia"("un uomo che non passa del tempo con la propria famiglia non potrà mai essere un vero uomo") e che non mescola mai gli Affari con le questioni personali. Da sottolineare inoltre, la grinta di un giovane Al Pacino, l'ormai arcinoto tema musicale di Nino Rota, il tutto aggiunto alla culltura mafiosa e agli ambienti e alla tradizione siciliana fanno di questo affresco sociale un capolavoro senza tempo, sin troppo coinvolgente poichè si è indotti a stare dalla parte dei cattivi, a condividerne il punto di vista e a seguirne gli eventi. L'intero progetto ha conosciuto un enorme successo. premiato anche con 3 Oscar, quali Miglior Film, Miglior Attore protagonista e Miglior Sceneggiatura. Il film ha avuto due Sequel (Ottimo "Il Padrino parte II" 1974, apprezzabile "Il Padrino parte III" 1990) e ha inventato un filone cinematografico infinito e stra-imitato.
Giudizio  (legenda).
di Battista Passiatore.  16 Ottobre 2007. 

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E’tratto dal omonimo best seller di Mario Puzo. Hollywood acquistò subito i diritti del film. La scelta degli attori si rivelò difficilissima: nessuno della produzione voleva Marlon Brando, ormai giudicato un attore sorpassato,e lui stesso,sottoponendosi ad un provino anonimo,truccato al punto di non essere riconosciuto,ottenne la scrittura,che gli varrà il secondo Oscar della carriera (il primo lo aveva vinto nel 1954 con “Fronte del porto”).
Affidato a James Caan il ruolo di Sonny,il figlio impulsivo che verrà assassinato,grandissimi problemi sorsero all’assegnazione della parte di Michael,il figlio intellettuale,il bravo ragazzo di college,eroe di guerra e buon cittadino, che al momento opportuno saprà prendere il posto del padre,trasformandosi in perfetto capo di Cosa Nostra. Al Pacino - che poi avrebbe avuto la parte- non lo voleva nessuno:né i produttori,convinti che avesse la faccia troppo buona per il ruolo,né Puzo che disse:”Chiunque può essere Michael,ma non Pacino”. L’unico a credere in Pacino era Francis Ford Coppola,il regista,il quale minacciò di abbandonare il progetto se non fosse stato accontentato:e aveva visto giusto perché si rivelò perfetto.
La ”Lega degli italoamericani”,capeggiata da Frank Sinatra ( a cui si fa riferimento nel personaggio di Jimmy Fontane, un attore messo al bando che rientrerà nel mondo del cinema grazie ai ricatti di Cosa Nostra),impose ai produttori la parola”mafia” e venne accontentata. 
Narrare il film è inutile,e il film quando uscì nelle sale,ottenne un successo strepitoso. Don Vito Corleone, il padrino,reso somigliante,grazie al trucco che appesantiva le guance di Brando,a un padrino autentico, Don Vito Genovese,divenne il personaggio più famoso d’America e del mondo. La sua figura di boss romantico, capace di rifiutare i traffici di droga,in conflitto con i capi delle altre famiglie di New York,mostrò al pubblico un mafioso appartenente a una società “onorata”. Sarà suo figlio Michael,il bravo ragazzo, a vendicarlo quando verrà ferito in un’imboscata. E sarà sempre Michael, preso il posto del padre,a ordinare la spietata eliminazione delle altre famiglie.
”Il padrino”,premiato con l’Oscar quale miglior film,avrà un seguito, “Il padrino-parte seconda”,che verrà realizzato due anni più tardi e vincerà l’Oscar. Altri due Oscar premieranno il regista Francis Ford Coppola e Robert De Niro,nel ruolo del padrino giovane. Nel ruolo di Michael ancora una volta Al Pacino; alla parte Seconda prese anche parte Lee Strasberg.il fondatore dell’Actor’s Studio.
Giudizio  (legenda).
di Sara Memmi.  27 Novembre 2007.

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