Film di culto sin dal titolo, Non si sevizia un paperino è un thriller all’italiana da manuale, dove il regista Lucio Fulci dimostra tutta la propria abilità nel distillare ambiguità e tensione emotiva alla vicenda, senza scadere negli effettacci gore che avrebbero caratterizzato la successiva svolta horror.
Ambientato in un immaginario paese del Mezzogiorno italiano, il film di Fulci tocca temi delicati come la violenza sui bambini, e il regista dimostra tutto il proprio mestiere nel lavorare di sottrazione per evitare di cadere nella trappola della morbosità fine a se stessa, e gioca con lo stilema tipico del genere in salsa italiana, ovvero il continuo moltiplicarsi del possibile assassino, fin quasi a sfiorare l’autoparodia. Ma è anche un film sperimentale questo Non si sevizia un paperino, poiché Fulci sviluppa una trama senza un vero protagonista: le indagini sono affidate a grigi funzionari della polizia che ovviamente brancolano nel buio, e il personaggio del giornalista entra in scena troppo tardi per poter essere considerato davvero un protagonista.
Nota a margine: il film ebbe all’epoca parecchi problemi di censura per una sequenza di nudo della conturbante Barbara Bouchet con un bambino, anche se Fulci riuscì a dimostrare in tribunale che quando i due personaggi condividevano l’inquadratura, il bambino era in realtà un nano; oggi questa sequenza è stata reintegrata nella sua versione originale, edita in DVD dalla Medusa.
Giudizio: (legenda).
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