mercoledì 11 marzo 2009

LA MALA ORDINA (di Fernando Di Leo, 1972)

Ispirato ancora una volta da un racconto di Scerbanenco, Fernando Di Leo firma con La mala ordina il suo capolavoro, e probabilmente il miglior esempio di cinema nero mai partorito dalla nostra produzione.
Luca Canali (Mario Adorf) viene ingiustamente accusato di aver rubato una partita di droga: sulle sue tracce vengono inviati a Milano due killer americani (Woody Strode e Henry Silva), che daranno vita ad una caccia sanguinaria che non risparmierà nessuno, nemmeno la moglie e la figlia del protagonista. Sono passati trentacinque anni, e questo gioiello di azione e atmosfere cupe alla Melville non ha perso un grammo del suo fascino, dimostrando ancora una volta come Di Leo meriti un posto tra i grandi del nostro cinema, e non essere soltanto un santino per gli amanti dei cult movies: guardare per credere l’incredibile sequenza dell’inseguimento, che non ha nulla da invidiare a quelli di William Friedkin e di altri maestri statunitensi, così anche il finale ambientato in un cimitero d’auto, metafora lugubre di un mondo destinato allo sfascio. 
Strepitoso il cast, su cui svetta l’istrionico Adorf, ma è da sottolineare l’abilità del regista nel mescolare attori provenienti da estrazioni diverse, dal teatrale Adolfo Celi agli specialisti Silva e Strode nei ruoli davillain, fino ad arrivare ai “fassbinderiani” Peter Berling e Ulrich Lommel. Grande senso dello spettacolo, unito ad un’innata maestria nel muovere la macchina da presa, fanno de La mala ordina un film assolutamente da non perdere. 
Giudizio (legenda). 
di 
Giulio Ragni. 5 aprile 2008.

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