
“Un generale che diventa schiavo; uno schiavo che diventa gladiatore; un gladiatore che sfida il suo imperatore”. Così si potrebbe riassumere il film di Ridley Scott, che per il suo dodicesimo lungometraggio ha deciso di portare sullo schermo il coraggio, il valore, l’amore per la patria e per la famiglia del generale Massimo. Un film che colpisce in primo luogo per la sua accuratezza storica nel ricostruire per esempio le tecniche di guerra utilizzate dalle popolazioni germaniche, per la scientificità nel ricostruire fin nei minini particolari il colosseo e i fori imperiali; ma che riesce anche a rubare il cuore dello spettatore con una storia nella quale i princìpi del valore e dell’amore riescono a vincere sulla malvagità e la lotta per il potere che infangano Roma.
Un film, Il Gladiatore, che ha saputo donare al pubblico delle riprese e delle inquadrature che rimarrano per sempre scolpite nella storia del cinema. Basti a pensare alla mano che accarezza il grano, ripresa da varie pubblicità e da altre pellicole. Dopo il film, vincitore nel 2000 di ben 5 premi Oscar (miglior film, attore protagonista,costumi, suono ed effetti speciali) la figura del gladiatore non è stata più la stessa. Questo grazie ad una storia avvicente che non conosce momenti deboli e ad una interpretazione da Oscar del suo attore principale, un Russell Crowe che grazie a questo film e a questo ruolo ha raggiunto il successo planetario. Non da meno è stata la performance di Joaquin Phoenix, nella sua prima prova davvero impegnativa e per la quale è stato premiato con una candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista. L’attore ne esce in maniera egregia riuscendo a regalare al pubblico un Commodo pazzo, visionario e crudele.
Un film, Il Gladiatore, che ha sicuramente segnato la storia del cinema e che ha regalato al pubblico un nuovo eroe.
Giudizio: 



(legenda).

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