giovedì 16 aprile 2009

LA PIANISTA (di Michael Haneke, 2001)

Una storia perversa e raffinata. Elegante. Inquietante. Malata dall’inizio  alla fine. In alcune scene l’assenza di musica è assordante e lo sguardo fisso e perso della Huppert è così magnetico da rimbombarvi. Riesce a comunicare pensieri, desideri e perversioni. Fredda, quasi trasparente e insensibile anche di fronte alla bellezza e al talento del giovane Walter che si invaghisce di lei al punto di corteggiarla e sedurla nonostante le ritrosie e il sadismo di lei. Sadismo che alza il velo e lascia scoprire la vera essenza della professoressa masochista che cerca il dolore fisico e il sesso come sublimazione a quella vita che le è sempre mancata a causa del represso rapporto con la madre. Sua madre, che finge di non sapere di convivere con una squilibrata inadatta alla vita. La pianista, Erika, non conosce emozioni e le sfumature dei sentimenti, se non nel loro lato negativo. Non suscita nulla di positivo negli altri, se non per il suo modo di suonare.
Ma un ragazzo decide di avvicinarsi a lei e di sciogliere quel ghiaccio che la ricopre: invece di scioglierla la fa cadere a pezzi. Lui, che dice di amarla. Lui, Benoit Magimel, così infatuato di lei da rimanerne ammaliato, disgustato e sconvolto dalle sue manie e poi arrabbiato, complice e responsabile delle sue azioni.
Benoit Magimel è altrettanto bravo in questa storia: la sua è una recitazione fisica ed intelligente. È  squilibrato e così capace nella sua parte da ricordare il giovane De Niro, somigliandogli già molto fisicamente. Meritate le Palme d’oro a Cannes: insieme la Huppert e Magimel vivono il sesso torbido in una storia squallida, ma coinvolgente e spiazzante.
La Pianista è un film perverso e raffinato. Elegante. Inquietante…. Malato.
Giudizio  (legenda).
di 
Valentina Gaetani.  2 Maggio 2007.

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