mercoledì 1 aprile 2009

IL GRANDE RACKET (di Enzo Girolami Castellari, 1976)

Uno dei più nichilisti tra i poliziotteschi italiani, Il grande racket di Castellari è un film che porta ai limiti estremi i codici estetici e narrativi del cinema d’azione in salsa italiana, con un cast di facce ed attori che sono l’espressione del miglior cinema popolare degli anni Settanta, guidati da un granitico Fabio Testi in uno dei suoi ruoli più convincenti.
Sfrondato da ogni sociologismo spicciolo, Il grande racket cancella ogni confine tra Bene e Male, con una messa in scena che esaspera la violenza fino a raggiungere l’iperrealismo e l’astrazione, tanto che questo film potrebbe essere paragonato a quello che Hard Boiled e The Killer hanno rappresentato per il cinema di Hong Kong, ovvero punto di non ritorno e pietra tombale delle possibilità espressive del genere. Macabra danza di sangue e morte, Il grande racket trova le sue peculiarità stilistiche nella forza dirompente del montaggio e nell’esaltante tecnica registica di Castellari, che disegna un mondo di antieroi e di malavitosi dal perfetto congegno narrativo, che riscatta la proverbiale ambiguità morale del poliziottesco con un racconto cinematograficamente esemplare: da riscoprire imprescindibilmente, senza se e senza ma.
Giudizio (legenda). 
di Giulio Ragni. 5 aprile 2008.

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