"DOLOROSO" - Come affrontare la perdita di un figlio?Come ritrovare la voglia di vivere quando tutto ci appare vuoto e insensato? Come mantenere in piedi un matrimonio dopo un evento così tremendo? Con “La stanza del figlio” Nanni Moretti cerca di dare una risposta a queste domande,attraverso il singolo comportamento dei membri di una famiglia sul quale incombe il peso della morte.
Giovanni (Moretti,con la sua celebre recitazione dai toni pacati e dagli atteggiamenti apparentemente apatici), un analista che vive il suo lavoro con distacco e freddezza,vive con la moglie Paola(Laura Morante,che non smentisce mai la sua bravura) e i figli adolescenti Andrea(Giuseppe Sanfelice)e Irene(Jasmine Trinca).Una famiglia medio-borghese come tante,che vive la quotidianità tra gli impegni di lavoro,la scuola,lo sport e condivide felicemente i momenti in comune,come un semplice viaggio in auto o una cena.Questo equilibrio un giorno però viene spezzato dall’improvvisa e assurda morte di Andrea avvenuta durante un’immersione,in una qualsiasi mattinata domenicale.
Il dolore per la perdita prematura del figlio è lacerante. Giovanni non è più in grado di svolgere con freddezza il suo lavoro perché o incapace di ascoltare le confessioni dei pazienti o,al contrario,troppo coinvolto e partecipe alle loro sofferenze.In particolare non sopporta più la vista di Oscar(Silvio Orlando,bravissimo nei panni del paziente complessato)che inconsciamente incolpa per la morte del figlio,dato che quella tragica domenica è dovuto correre da lui rinunciando alla solita corsa mattutina con Andrea,che magari poi non avrebbe fatto immersione e quindi non sarebbe morto. Decide così di mettere al corrente della decisione di licenziarsi i suoi pazienti,che hanno le reazioni più disparate:da chi rinuncia alla terapia perché si sente guarito a chi si sente tradito e infuriato (come il paziente ossessionato dal sesso e interpretato magistralmente da Stefano Accorsi, che compare solo in un cammeo).
Paola,invece,sprofonda nel dolore rifugiandosi spesso nella stanza di Andrea,lasciata intatta dalla sua morte,come per illudersi della sua presenza annusando i suoi vestiti e ascoltando la sua musica. Infine Irene,lasciata un po’ da parte dai genitori,che inizia ad avere atteggiamenti aggressivi nei confronti dei coetanei. Un giorno Paola trova nella posta la lettera di Arianna nella quale il figlio è descritto attraverso gli occhi di questa ragazza che Andrea aveva conosciuto durante un campeggio estivo. Paola ritrova così un po’ di felicità,come se questa sconosciuta le avesse restituito un po’ della vita del figlio. Saputa la notizia Arianna si presenta portando con sé le foto della stanza che Andrea le aveva dato e si rimette in viaggio con quello che probabilmente è il fidanzato. I due hanno deciso di raggiungere la Francia in autostop,ma la famiglia si offre per portarli con la loro auto. Arrivati al confine,all’alba di un nuovo giorno(probabile metafora di un nuovo inizio),la famiglia ritrova finalmente la gioia di vivere,scoppiando in una risata davanti alla preoccupazione di Irene di non riuscire a tornare in tempo per la partita di basket della sera.
Il film appare come diviso in due parti:la prima che descrive un clima sereno dettato dalla tranquillità della routine, e la seconda che mostra il diverso modo di reagire alla morte di ciascun membro. Impossibile non commuoversi davanti alle inquadrature che mostrano in dettaglio la chiusura della bara con un suono così freddo e vuoto(ciò che ormai rimane anche nella famiglia), o di fronte al primo piano di Giovanni che cerca di soffocare il dolore con qualsiasi altra emozione,purché diversa,andando sulle gabbie da far ruotare al luna park. Toccanti anche le immagini che mostrano come Giovanni si senta in colpa per l’accaduto,e riviva diversamente la drammatica mattinata,più e più volte,immaginando gli ipotetici dialoghi e l’ipotetica corsa che avrebbe fatto in compagnia del figlio.
Un’altra metafora si può trovare nelle azioni interrotte di Giovanni,incapace di terminare una semplice telefonata o una lettera,tutto è lasciato a metà,sospeso,così come sospese sono ora le loro vite.
I premi e le nomination vinti dal film sono numerosi(tra cui Palma d’oro al Festival di Cannes,David di Donatello per il miglior film,attrice protagonista-la splendida Morante- e musicista- il bravissimo Nicola Piovani) ma tutti ben meritati.Non sono molti,infatti, i film in grado di mostrare così realisticamente le reazioni umane di fronte alla morte di un familiare e proprio in questa semplicità e spontaneità sta la bellezza di questa pellicola.
Giudizio: 

(legenda).

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