
Fusione di amore, morte e poesia, ambiguità legittimata dalla forza dei sentimenti, tumulto di emozioni in un susseguirsi di flashback, colpi di scena e frasi spezzate, Non ti muovere di Sergio Castellitto è un’opera d’arte impenetrabile, che se da un lato rischia di non lasciarsi comprendere appieno vista la complessità e la profondità dei temi trattati, dall’altro è in grado di inchiodare alla poltrona uno spettatore più accorto, promettendogli man mano un graduale scioglimento dell’intreccio, fino alle scene finali in cui non rimane altro da fare se non guardarsi dentro e cercare l’anima di Timoteo, la dolcezza di Italia, la fragilità di Elsa. Un film per riflettere e, insieme, gustare lentamente la bravura degli attori, l’accuratezza della regia e l’efficacia delle colonne sonore.
Angela è sul punto di morire dopo un incidente in moto, ma Timoteo, neurochirurgo di estrema meticolosità, ancora non ha svelato a sua figlia il grande segreto che ha cambiato per sempre la sua vita. Inizia da qui il racconto, condotto non senza una certa confusione e nostalgia da parte di un Castellitto più toccante che mai, della relazione extraconiugale avuta tanti anni prima con una donna disperata, sporca, sgualcita, violentata e poi amata intensamente sopra ogni altra cosa, sopra le differenze sociali, culturali, economiche, sopra l’impossibilità di una relazione fuori dal mondo e fuori dal tempo, sopra l’improvvisa morte di Italia in seguito ad un aborto rischioso.
Non è vero che i morti vanno via Angela, sostiene Sergio Castellitto, i morti restano, restano nel cuore di chi li ha amati, restano nel ricordo, restano nelle lacrime, e né il tempo né gli altri potranno mai portarli via.
Bilancio di un’esistenza intrisa di grandi emozioni e grandi dolori, spietato racconto di un passato che non è mai davvero passato, ritratto condotto a cuore aperto da un uomo che solo esprime i dubbi e le ambiguità di mille altri uomini e di mille altre relazioni. Assurde, impossibili, struggenti, fatali, ma pur sempre storie d’amore, storie di vita, squarci di felicità talmente precari dal risultare impercettibili.
Non ti muovere, resta ferma dove sei, piccola donna fragile ed indifesa. Ti ama troppo per lasciarti andare.
Giudizio: 


(legenda).

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